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Il voto contrario dell’Italia ci lascia perplessi soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio in materia di tutela del diritto d’autore

Roma, 15 aprile 2019 – “Con il voto di oggi del Consiglio Europeo si è chiuso un percorso storico per la cultura, per l’Europa e per la democrazia”: è questo il commento dell’industria culturale italiana all’approvazione della direttiva europea sul Copyright nelle parole del direttore di Confindustria Cultura Italia (CCI), Fabio Del Giudice. “ll Consiglio europeo – sottolinea Del Giudice – ha approvato definitivamente e in larga maggioranza – con 19 voti a favore, 3 astenuti e 6 contrari – una riforma equilibrata delle regole per l’utilizzo dei contenuti culturali in rete mettendo fine alla legge della giungla che ha governato internet dalla sua nascita e riequilibrando i diritti tra chi crea cultura e chi la diffonde per fini economici”.

“L’unico grande rammarico – prosegue Del Giudice – è rappresentato dal voto dell’Italia. Un voto contrario, che la schiera accanto a Paesi con una storia e una tradizione molto lontana dalla nostra. Noi siamo uno dei principali Paesi produttori di contenuti culturali e creativi, un’eccellenza che esportiamo in tutto il mondo e che va tutelata. Storicamente in Europa abbiamo sempre avuto una posizione a favore della tutela e dello sviluppo della cultura e della creatività, ma oggi il Governo italiano ha chiaramente dimostrato il contrario nonostante le recenti affermazioni del Presidente del Consiglio, che in occasione di un’uscita pubblica di alcuni giorni fa, aveva sottolineato l’importanza della tutela del diritto d’autore. Dichiarazione che tuttavia non appare confermata dai fatti”.

“Come industria – conclude Del Giudice – non possiamo che plaudire ancora una volta all’impegno e al coraggio dimostrato in questi anni dai parlamentari italiani europei. Un grazie sentito perché hanno saputo resistere alle incredibili pressioni esercitate nei loro confronti in questi anni da chi ha utilizzato ogni mezzo per cambiare il corso di questa battaglia di civiltà e per i diritti di chi crea cultura”.