Roma, 4 febbraio 2013 – “Come sottolineato anche dal Ministero per i beni e le attività culturali è priva di fondamento l’ipotesi per quale l’industria culturale, gli editori e gli autori di questo Paese hanno chiesto al Governo una nuova tassa sui dispositivi di nuova generazione (smartphone, tablet ecc). Le cifre che circolano sui mezzi di informazioni non corrispondono al vero e servono soltanto a creare disinformazione e inutili polemiche tra gli operatori”.
Prende posizione Confindustria Cultura Italia per ribadire che “l’adeguamento dei compensi per le riproduzioni personali a scopo privato di opere digitali è un atto dovuto dalla legge ed è finalizzato a sostenere la cultura di questo Paese e i lavoratori del settore. Come succede ovunque in Europa”.
“Non è in discussione l’innovazione tecnologica a cui l’industria dà linfa e sostegno, mettendo a disposizione le proprie opere a beneficio dei consumatori e del mercato. Qui si tratta di allineare i compensi al mutato contesto degli utilizzi e dell’evoluzione dei dispositivi di comunicazione elettronica, in linea con i principali modelli Europei che sono di dimensioni ben maggiori”.