Milano, 29 febbraio 2012 – “Sembra che l’Italia abbia intenzione di dare definitivo via libera alla contraffazione e alla pirateria digitale.” E’ duro il commento del Presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo dopo l’indiscrezione pubblicata stamattina da alcuni media da cui trapela l’abbandono definitivo della delibera AGCOM in materia di pirateria digitale.
“Se fosse confermato – ha continuato – l’Italia, già sotto osservazione nella comunità internazionale per gli elevati livelli di pirateria, tornerebbe a collocarsi nella lista nera degli Stati che favoriscono l’aggressione alla proprietà intellettuale. Sotto la pressione di campagne demagogiche promosse dalla lobby pro-pirateria che purtroppo sembra aver fatto breccia anche tra alcuni Parlamentari, l’AGCOM si arrenderebbe dopo quasi due anni di lavoro, abbandonando l’intento di individuare procedure efficaci per tutelare l’industria della cultura e della creatività italiana dagli attacchi dell’industria criminale della contraffazione che spaccia in rete prodotti sottratti illegalmente ai legittimi proprietari”.
“Il passo indietro di AGCOM – ha proseguito Polillo – arriverebbe dopo altri due colpi gravissimi alla lotta alla contraffazione: in pochi giorni il Parlamento ha prima approvato l’art. 22 bis del Decreto Proroga Termini che porta la moratoria in materia di contraffazione del design da 5 a 13 anni, contrariamente a quanto previsto dall’art. 239 del Codice di Proprietà Industriale e nonostante la normativa Comunitaria in proposito e la sentenza 27/1/2011 della Corte di Giustizia Europea, consentendo ai contraffattori di produrre indisturbati i prodotti del design Made in Italy. Poi con il D.L. liberalizzazioni il legislatore ha soppresso di fatto le sezioni dei Tribunali specializzate in materia di Proprietà Intellettuale per trasformarli in generici “tribunali delle imprese” con la prevedibile conseguenza di rallentare l’azione giudiziaria in materia. Oggi arriva la notizia dell’insabbiamento della proposta di regolamentazione dell’AGCOM sul contrasto alla pirateria online che avrebbe posto le basi per lo sviluppo dei contenuti digitali in rete. Il tutto nel silenzio della Presidenza del Consiglio, nonché dei due ministeri preposti alla tutela del diritto d’autore e della proprietà intellettuale, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Ministero dello Sviluppo”.