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“Ho letto con molta sorpresa le dichiarazioni rese dal collega Guidalberto Guidi, presidente di ANIE, e da alcuni colleghi di altri settori confindustriali a commento del decreto con il quale il Ministro Bondi ha colmato un vuoto legislativo che durava ormai da sei anni” .
Lo dichiara il Dottor Paolo Ferrari, presidente di Confindustria Cultura Italia intervenendo dopo le dichiarazioni rese da altre associazioni confindustriali.

“Evidentemente il Dottor Guidi , al pari degli altri commentatori, non ha letto la relazione illustrativa del decreto del Ministro Bondi nella quale si ripercorrono analiticamente le ragioni per le quali l’Italia – unico paese in Europa – attendeva da anni il decreto che fissasse i compensi per copia privata previsti da una normativa europea”.

“Spiace altresì constatare che da più parti si continui demagogicamente a parlare di tassa sulle tecnologie e a confondere il concetto di tassa con istituti propri del diritto d’autore, condivisi dalla stragrande maggioranza delle democrazie occidentali e non solo”.

“Chi leggesse la relazione ministeriale, apprenderebbe infatti che i compensi fissati dal decreto Bondi sono inferiori del 50% rispetto ai compensi previsti in Francia, e questa non è una buona notizia per l’industria dei contenuti e per gli autori, i quali hanno infatti accolto il decreto del Ministro Bondi con moderata soddisfazione e soltanto perché arriva dopo sei anni di silenzio, ritenendolo ben al di sotto delle legittime aspettative di un settore industriale già tartassato dal dilagare della pirateria audiovisiva nei cui confronti raramente viene manifestato – da qualsiasi direzione – lo stesso sconcerto che manifesta oggi il collega Guidi”.