Non si sentiva il bisogno di un intervento del Ministro degli Interni per incoraggiare i pirati a svolgere la loro attività che in un solo anno ha provocato alle industrie creative una perdita di 185.000 posti di lavoro. Solo in Italia – all’avanguardia nell’illegalità – i posti di lavoro perduti sono stati 22.400.
Ciò che ancor più preoccupa è che alla provocazione del Ministro Maroni, che dichiara di scaricare gratis musica dalla rete, è seguito un assordante silenzio.
Confindustria Cultura Italia, a nome delle imprese, degli autori, degli artisti e dei lavoratori della musica, del cinema, dell’audiovisivo, dell’editoria libraria e periodica specializzata, dei videogiochi, del videonoleggio, messi in profonda crisi dalla pirateria, ricorda che il peer-to-peer non è illecito di per sé, ma lo diventa se oggetto di condivisione sono opere protette dal diritto d’autore copiate illegalmente, e quindi altrettanto illegalmente condivise.
Si rubano la creatività e tutto il tempo e il lavoro necessari alla realizzazione del primo originale, alla produzione, all’edizione, alla confezione, al lancio, alla commercializzazione, alla vendita. Si ruba ai punti vendita, all’ingrosso e alla grande distribuzione. Che sia fisica o digitale. Si ruba allo Stato, perché si evade il fisco e si calpesta il principio di legalità.
Nel 2008, secondo la ricerca della società francese indipendente TERA Consultants, le industrie creative dell’UE, cinema, musica, televisione e software, hanno contribuito per 860 miliardi di euro al totale del PIL europeo, con una quota del 6,5% dell’occupazione totale per circa 14 milioni di lavoratori. Sarebbe dunque opportuno che il livello di dichiarazioni pubbliche, soprattutto se vengono da uomini delle istituzioni, superasse la superficialità dell’aspetto ludico della vicenda e approfondisse le implicazioni economiche e sociali di un via libera allo spensierato furto collettivo.
Oggi l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha finalmente iniziato un importante lavoro di analisi e di approfondimento del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica. Confindustria Cultura Italia appoggia questo impegno e accanto ad essa si schierano FAPAV, FPM, AIDRO, che da anni lavorano sul campo per la formazione e il contrasto di tutte le forme di pirateria.
Siamo convinti che per costruire una buona policy e progredire in una società civile non servono battute ad effetto, ma serietà, conoscenza e approfondimento su materie molto delicate per la vita materiale di tante persone.